L’elezione del nuovo Papa ha scatenato la caccia allo scheletro nell’armadio per il neo eletto Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires e Primate d’Argentina, ora Papa Francesco. Con tante piccole ricerche, di scheletri ne sono saltati fuori parecchi, e anche piuttosto ingombranti, ma proviamo a mettere ordine.

ABC spiega come Bergoglio sia un fermo oppositore del kirchnerismo, rappresentato prima da Nestor Kirchner (primo ministro dell’Argentina dal 2003 al 2007, scomparso nel 2010), poi da sua moglie Cristina (eletta nel 2007 e riconfermata nel 2011, in carica fino al 2015). Bergoglio punta il dito contro l’indifferenza che avrebbe dominato la società argentina nei confronti della povertà e della miseria della popolazione. Addirittura, «quando fu nominato cardinale, Bergoglio persuase centinaia di argentini a non accompagnarlo nelle celebrazioni a Roma, e a dare il denaro dei biglietti aerei ai poveri».

La prima accusa riguarda la sua posizione nei confronti dell’aborto e dei matrimoni gay, dei quali è un fermo oppositore. Niente di nuovo, purtroppo, per quanto riguarda gli alti prelati della Chiesa cattolica. Per trovare qualcosa di simile non serve andare tanto indietro, Papa Giovanni Paolo II espresse “amarezza” per il Gay Pride del 2000 a Roma, visto come un «affronto nei confronti del Giubileo». Le reazioni in Sudamerica sono però ben peggiori rispetto a quello che ci arriva qui. L’associazione cilena Movihl (Movimiento de Integración y Liberación y Homosexual), ha pubblicato un comunicato che comincia così: «Il Movihl accusa il Vaticano di “porsi sotto la guida di un promotore dell’odio verso le diversità” e invita i cattolici a manifestare per i diritti umani, per il matrimonio egualitario e contro l’omofobia con una marcia in programma per il prossimo 30 marzo». Insomma, non l’hanno presa benissimo (l’evento è qui).

Inoltre il nuovo Papa sembra avercela con le donne che, a suo dire, sarebbero inette per la politica. Una frase che disse nel 2007 a proposito della candidatura di Cristina Kirchner alla presidenza dell’Argentina. In questo senso possiamo fare qualche analogia con Fassino, sindaco di Torino, e la sua scarsa lungimiranza nei confronti del Movimento 5 Stelle, dato che la Kirchner è stata eletta due volte dopo quelle esternazioni. Battute a parte, sembra che ci troviamo davanti a un Papa omofobo e maschilista. Poca novità rispetto al passato?

Falso Bergoglio con Videla #1

Falso Bergoglio con Videla #1

Ma le accuse più gravi riguardano una sua passata connivenza con il regime del dittatore argentino Videla, che prese il potere con il colpo di stato del 1976. Si comincia con una foto, nella quale Bergoglio starebbe concedendo la comunione a Videla. Il Post spiega non tanto quanto sia falsa l’immagine, ma quanto non possa essere vera, anche perché il presunto Bergoglio è di spalle. Questa foto è presumibilmente del 30 dicembre 1990 ed è stata scattata a Buenos Aires, ma nulla avrebbe a che vedere con Bergoglio, bensì con le prima dichiarazioni di Videla al processo che l’ha condannato la prima volta per i suoi crimini durante la dittatura (processato e condannato nel 1983, ha ricevuto la grazia dal presidente Menem nel 1990, nel 2007 la Corte penale ha però annullato la grazia, ora è in carcere). L’autore dell’articolo linkato è Horacio Verbitsky, parleremo di lui tra qualche paragrafo.

Poi però compare quest’altra foto che ritrarrebbe Jorge Mario Bergoglio in compagnia di Jorge Videla. Attenzione però, la foto arriva da qui. Basta leggere i commenti per nutrire più di un dubbio, alcuni utenti infatti sollevano l’obiezione: «Non è Bergoglio, è Pio Laghi». Qualche controllo su internet e troviamo le immagini di Pio Laghi, Nunzio apostolico in Argentina scomparso nel 2009, che somiglia parecchio all’uomo in foto e che è effettivamente stato in Argentina in quegli anni, al cospetto di Videla. Ma non basta, cerchiamo altre immagini ed ecco Jorge Mario Bergoglio nel 1973. A meno di non essere invecchiato parecchio in fretta, è difficile pensare che l’uomo di fianco a Videla (parliamo del periodo 1976-1981) sia lui, anche perché, essendo nato nel ’36, all’epoca aveva poco più di 40 anni.

Falso Bergoglio con Videla #2

Falso Bergoglio con Videla #2

Segnalo in proposito l’ottimo lavoro di Stefano Fait, che mette insieme diverse fonti per raccontare cosa c’è dietro alle notizie di collusione con il regime argentino che si leggono su Bergoglio. Qualcosa, in effetti, c’è.

Veniamo quindi al libro di Horacio Verbitsky, giornalista argentino che con il suo L’isola del silenzio (Fandango 2006) ha mosso delle accuse gravissime a Jorge Mario Bergoglio e a tutta la Chiesa argentina. Sono poi seguite le dichiarazioni dello stesso Videla durante un procedimento non ancora concluso, poi confermate proprio dalla Chiesa argentina, che danno validità a un documento del 1978, nel quale si dimostra che i prelati argentini erano a conoscenza delle uccisioni dei desaparecidos durante il regime.

Il Guardian, intanto, recupera un articolo del 2011 nel quale spiega che nel 1976, secondo le ricostruzioni di Verbitsky, Bergoglio avrebbe nascosto 31 prigionieri del regime alle autorità interamericane inviate in Argentina per verificare eventuali violazioni dei diritti umani da parte di Videla. Pare, addirittura, che li nascose tutti nella propria dimora estiva, situata su un’isola chiamata “El silencio” (da lì il titolo originale del libro di Verbitsky) sul Rio de la Plata. Poi c’è il furto di neonati, strappati alle famiglie dissidenti per farli adottare da famiglie simpatizzanti il regime, del quale sembra che Bergoglio non sapesse nulla prima del 1985. Di materiale ce n’è, e parecchio. Online abbiamo trovato l’epilogo del libro di Verbitsky, pubblicato da il Manifesto il 24 marzo 2006 per presentare la pubblicazione in italia dell’opera. Secondo il giornalista, Bergoglio avrebbe chiesto a due sacerdoti gesuiti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, di andar via dalle baraccopoli nelle quali assistevano i bisognosi, pare, per lasciare spazio al regime, anche se lui ha sempre sostenuto di averlo fatto per proteggerli. Al rifiuto dei due, già tenuti d’occhio dai militari, Bergoglio li avrebbe ignorati, privandoli di fatto della protezione della Chiesa e facendo pressioni sull’Arcivescovo affinché revocasse loro l’autorizzazione a dire messa. La revoca fu il segnale. Accusati di terrorismo, furono arrestati e torturati. La fonte di Verbitsky è proprio il racconto di Yorio, intervistato nel 1999 prima della morte.

Ma ecco, come segnalato sempre da Stefano Fait, altri contenuti tratti dal libro di Verbitsky, questa volta riportati da Peace Reporter: Bergoglio avrebbe inoltrato una falsa denuncia ai danni di Yorio e Jalics indicandoli come “sovversivi”. Solo le pressioni del Vaticano convinsero Videla a far rilasciare i due sacerdoti dopo sei mesi di sevizie. Bergoglio, secondo documenti ufficiali raccolti da Verbitsky, avrebbe impedito il rientro in patri di Yorio portando avanti la tesi dei due “sovversivi”. Pochi anni fa, ha chiesto alla Chiesa argentina di fare un mea culpa per gli avvenimenti tra il 1976 e il 1983, senza mai ammettere responsabilità dirette.

Probabilmente è giusto il commento di Gennaro Carotenuto: «Bergoglio non fu né un Aramburu né un Von Wernich ma neanche un padre Mujíca, uno dei sacerdoti assassinati. Sta in una zona grigia, un quarantenne in ascesa, con un ruolo importante ma non ancora di spicco, in una chiesa argentina dove si mandava ad uccidere o si rischiava di essere uccisi».

"L'isola del silenzio" di Horacio Verbitsky (Fandango 2006)

“L’isola del silenzio” di Horacio Verbitsky (Fandango 2006)

L’inchiesta di Verbitsky, che ha scritto diversi libri sul tema, è probabilmente l’unica cosa vera e verificabile di questa storia, nonché unico fatto di rilevante gravità. L’avversione per gli omosessuali e la scarsa considerazione della donna, purtroppo, fanno parte di una forma mentis piuttosto diffusa tra gli altri prelati della Chiesa cattolica. La figura di Papa Francesco appare dunque controversa, ma in linea con molti suoi predecessori. Qui il Post fa un breve e dettagliato elenco dei tre processi che l’hanno chiamato in causa (legati agli avvenimenti già citati) mentre uno dei maggiori quotidiani argentini, La Nacion, pur parlando dei suoi problemi con la dittatura, lo indica come uno dei più importanti uomini di Chiesa nella lotta alla povertà in Argentina.

Dove sta la verità? Impossibile stabilirlo confrontando l’immenso materiale riversato in rete soprattutto tra ieri sera e oggi, ma la storia si presta parecchio alle manipolazioni, soprattutto fotografiche, che alimentano la viralizzazione delle notizie. Il problema è che, come sempre accade in questi casi, le immagini sono il veicolo della manipolazione, poiché è molto semplice ottenere condivisioni e accessi pubblicando immagini veritiere senza curarsi di verificarle. Nel momento in cui, però, si capisce che fotografie sono fasulle e/o manipolate, si rischia di screditare in toto la notiza, e quindi “le immagini del Papa con Videla sono false, quindi anche la storia della collusione con la dittatura è falsa”. Il problema della viralizzazione di documenti falsi è proprio questo, meglio leggere subito il libro di Horacio Verbitsky e attendere che la Magistratura argentina faccia il proprio lavoro. Nel frattempo proveremo a capire quali saranno le intenzioni di Papa Francesco per il proprio Pontificato.

5 risposte a "Papa Francesco e la disinformazione che confonde le idee"

  1. Bell’articolo, e sono contento del fatto che abbiate detto che non possiamo di certo stabilire noi la realtà dei fatti accaduti nel passato. Io sinceramente, da studente di scienze politiche, ho potuto studiare l’argomento, anche se in minima parte, e per suggerimento di un mio docente, ho letto L’isola del silenzio e posso dirvi che sono perplesso. Ora aspettiamo che sia qualcuno dei suoi ranghi magari ad esprimersi dopo aver visto che girano queste parole.

    • Grazie. Sto cercando di procurarmi il libro, non vedo l’ora di leggerlo, e sono curioso di sapere come andranno a finire i processi. Credo, comunque, che serva un po’ di chiarezza. Naturalmente il Papa ha a suo tempo smentito e fornito la propria versione, ma le circostanze ambigue sono veramente parecchie.

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