Dopo l’Homo Sapiens Sapiens, l’uomo si trova ora in una nuova fase evolutiva che ho battezzato Homo Monitor. Viviamo costantemente collegati alla rete e ne usufruiamo tramite un’interfaccia grafica ricostruita da un monitor, sia esso di un pc o di uno smartphone.
L’uomo agisce, si arrabbia, si indigna, protesta, attacca, intreccia relazioni, comunica, si emoziona, fa acquisti, commette reati, condivide informazioni riservate, scrive di sé e degli altri, si informa sul mondo, compie una marea di azioni attraverso un monitor (e naturalmente tastiera e a volte mouse). La peculiarità è che prima dell’era digitale, l’uomo compiva le stesse identiche azioni senza un monitor a fare da intermediario.
Le potenzialità comunicative e la portata di ogni singola azione sono amplificate dalla presenza di un sistema che si esprime visivamente grazie a un monitor, anche se ancora non ci rendiamo conto degli effetti delle nostre “vecchie” azioni in questo “nuovo” mondo. Non possiamo più farne a meno, né un monitor ha senso di esistere senza un uomo che lo guardi. Siamo un tutt’uno, facciamocene una ragione. Forse i nostri predecessori avrebbero auspicato qualcosa di meglio, ma è andata così.
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